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Lo studio del metodo Sankaku Ryu parte dall’osservazione del proprio corpo e delle proprie possibilità motorie, del modo in cui una qualsiasi azione di coercizione fisica, da una semplice minaccia ad un attacco a mano armate, possa limitarle o invalidarle del tutto. Ci si rende subito conto che, basandosi sulle mere caratteristiche fisiche, è estremamente facile trovarsi in posizione di svantaggio: l’avversario, nella grande maggioranza delle volte, è più forte fisicamente, più resistente, più agile o gode di vantaggi di altra natura (armi, maggioranza numerica, condizioni logistiche).

È molto raro che in un aggressione, di qualunque natura, l’aggressore non parta da una situazione di chiaro vantaggio. Storicamente, d’altronde, il Ju Jitsu nasce appunto come strumento di difesa adoperato dai Samurai che, perduta l’arma in battaglia, dovevano continuare a combattere contro avversari quasi sempre armati e in vantaggio numerico.

Venuti così a mancare, nella grande maggioranza dei casi, i presupposti per un confronto puramente fisico, se (come spesso succede) vengono meno le possibilità di evitare il confronto in modo efficace (comunicazione verbale e non, intervento di altre persone, individuazione di una sicura via di fuga etc…), ci si ritrova a dover neutralizzare, in modo rapido ed efficace, sia l’aggressione subita che lo stesso aggressore,quantomeno per il tempo necessario a chiamare soccorsi o allontanarsi in sicurezza.

 

Lo studio di tutte le componenti del confronto, da quelle fisiche a quelle psicologiche, è di primaria importanza per il raggiungimento di un perfetto equilibrio sia fisico sia mentale, indispensabile durante l’esecuzione delle tecniche. Il cultore dovrà sfruttare la forza dell’avversario e muoversi utilizzando il principio dell’acqua (水教 mizu kyuu), la quale è capace di penetrare anche nella più piccola fessura, permeando tutto ciò che trova sul suo cammino. Essa può scorre tranquillamente o con grande forza distruttiva, a seconda delle modalità nelle quali si articola il suo movimento. Allo stesso modo, ogni tecnica marziale può essere effettuata al fine di deflettere, controllare, o nel caso, destabilizzare e danneggiare la struttura fisica dell’avversario e della sua azione. Infatti, ogni tecnica della Sankaku Ryu mira a neutralizzare, allo stesso tempo, sia l’aggressore che l’azione offensiva che egli sta perpetuando.

 

Un particolare importante del metodo è che tutte le tecniche indicate nel programma non prevedono mai l’utilizzo della prese agli abiti, per cui il cultore della disciplina imparerà a difendersi anche in situazioni particolari, senza restare minimamente impedito dal tipo di abbigliamento dell’aggressore, che potrebbe non consentire prese adeguate.

 

L’applicazione di Torsioni (緘 Garami), Colpi (内 Uchi) e proiezioni (投 Nage) darà al praticante la possibilità di costruire al momento del bisogno la propria difesa personale, che si baserà principalmente sugli elementi assimilati durante lo studio costante del metodo, e non solo sul quantitativo di tecniche assimilate in palestra (道場 Dojo). Una vera difesa personale non può basarsi esclusivamente sulla ripetizione costante delle tecniche apprese in palestra:la vita della strada è infatti molto diversa da quella che del Dojo, che conservaprecise regole e un’etichetta di osservanze e di rispetto.

 

Solo conoscendo perfettamente gli elementi fondamentali alla base della tecniche marziali il praticante potrà costruire con rapidità un’azione difensiva valida. Egli avrà di fronte uno o più avversari senza scrupoli, magari armati, e con una struttura fisica da analizzare al momento. Analogamente egli dovrà analizzare il luogo ove avviene l’aggressione, per poterne sfruttare la conformazione a proprio vantaggio.

Il Metodo Sankaku Ryu

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